Il Fiume e le sue "Valli "


Al Mens (il mincio)

A sud-est della Lombardia troviamo il territorio del Parco del Mincio, istituito dalla Regione Lombardia nel 1984, esteso su un territorio di c.ca 17.000 ettari e gestito da un consorzio di 13 comuni a tutela delle aree rivierasche del fiume.
Il fiume Mincio (etimologicamente "incomincio") emissario del Lago di Garda, nasce a Peschiera in Veneto, ma diviene ben presto mantovano attraversando per 73 Km, dalle Colline Moreniche al Po, un territorio vario e multiforme. Il primo tratto del fiume scorre sinuoso e veloce tra i pendii delle colline, bagnando i territori di Ponti sul Mincio, Monzambano , Volta Mantovana, incontrando la pianura all'altezza del comune di Goito.

Giunto a Rivalta s/Mincio il fiume comincia a subire divagazioni e meandri, ma è in prossimità del quattrocentesco Santuario delle Grazie che muta bruscamente direzione, rallentando la sua corsa e impaludandosi, dando vita a una delle principali zone umide del nord Italia: la Riserva Naturale delle "Valli del Mincio", una palude vasta c.ca 1100 ettari. Qui il fiume mantenendo un'arteria principale, comincia ad allargarsi in un dedalo di canali e canalette di diverso ordine e portata, di piccoli specchi d'acqua tra canneti e cariceti, tutti confluenti poi nel grande bacino del Lago Superiore. Classificata dalla Convenzione di Ramsar del 1971 "Zona Umida di Importanza internazionale soprattutto per gli Uccelli Acquatici", la palude fu dichiarata Riserva Naturale dalla Regione Lombardia nel 1984.


Canarol
(raccoglitore di canna palustre)


Gondola
(tipica imbarcazione della valle)

Cartografia Valli del Mincio

pdf su foglio A 4 (1,01 mb)

L'origine delle Valli (denominazione locale della palude) va ricercato nel delicato equilibrio tra la natura e l'attività dell'uomo. Nel 1188, venne affidato all'ingegnere idraulico Alberto Pitentino l'incarico di regolare le acque intorno alla città di Mantova; a tal fine egli costruì una possente diga/ponte, denominata "Ponte dei Mulini". L'opera aveva allora lo scopo di regolare il corso del Mincio e di svincolarlo dall'influenza dei rigurgiti del Po nei periodi di piena. Questo intervento rallentò ulteriormente il corso del fiume, favorendo l'ampliamento del sistema palustre. Si formò così un ampio specchio d'acqua a monte della città (Lago Superiore) e le praterie sommerse dalle acque s'impaludarono con il passare dei secoli. Le acque che defluirono dal Ponte dei Mulini formarono il lago di Mezzo, il lago Inferiore e il lago Paiolo, creando così una cintura difensiva di specchi d'acqua attorno a Mantova. Il lago Paiolo fu prosciugato a metà del 1700, ma solo nel 1905 venne completamente bonificato. Nel tempo si creò un ambiente diversificato e particolare che rappresentò per le popolazioni rivierasche fonte di sostentamento e di guadagno fino agli anni '70: fiorenti le attività di pesca e di caccia, come le coltivazioni di canna e carice. Il fiume riprende il suo corso poco dopo Mantova all'altezza di Formigosa (vallazza) per poi sfociare nel fiume Po a Governolo (paesino nella bassa mantovana)


Bartovelli (nasse per la pesca)

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