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Per
antichissima tradizione Mantova sarebbe stata fondata da un'indovina greca,
Manto, fuggita da Tebe, nella Beozia, per non sottostare al bieco tiranno
Creonte.
Come arrivò qui? Per nave, risalendo il Po fino a Governolo e da
Governolo, ancora controcorrente, sul Mincio, fino a questi territori.
Di Mantova si è cominciato a parlare fin da epoca romana. Qui e nato,
alla fine dell'epoca precristiana, ed è vissuto per lunghi periodi,
un poeta tra i più grandi di ogni tempo, Publio Virgilio Marone, meraviglioso
frutto d'un miscuglio etnico complesso, di indigeni, etruschi, galli e romani.
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Qui
racconta Virgilio per bocca di Dante nell'Inferno ristette coi suoi servi
a far sue arti e visse e vi lasciò suo corpo vano... Successivamente,
sopra «quell'ossa morte» sarebbe sorta la città, chiamata
Mantova in omaggio alla sua celeberrima fondatrice. Questo racconto esercitò
sempre un notevole fascino.
Piacque a scrittori, pittori, signori, storiografi. Nel Rinascimento venne
rispolverato e arricchito di nuovi particolari e fu allettante soggetto per
affreschi alle pareti dei palazzi più celebri. |
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